Ci sono parole che più di altre hanno un potere concettuale e pratico, lo sanno bene taluni, che possono essere definiti molto affettuosamente, “figl’drocchia”. Una di queste parole è “emergenza”. Già, emergenza!!! Una parola che pare non volerci più abbandonare e che in qualche modo torna utile ai suddetti ma anche paradossalmente a chi ne subisce le conseguenze.
Partendo dalla seconda categoria, in una società corrotta nei valori e sempre più superficiale, è indubbio che cedere responsabilità a terzi torna comodo. Quante volte, infatti, sentiamo persone che dicono: facessero quello che vogliono. Ecco, bravi, e loro lo fanno ben volentieri! Tant’è che di fatto siamo passati, senza troppo fiatare, dall’emergenza sanitaria a quella del conflitto Russo-Ucraino, mentre si sta entrando in quella climatica, e poi in tante altre pronte e già confezionate.
A questo punto, riferendoci a chi invece sfrutta alacremente lo stato emergenziale corre l’obbligo chiedersi PERCHE’? Già perché questo stato emergenziale è diventato di moda (tra l’altro di dubbia legalità, magari parliamone) ed è cosi ben accolto da chi deve gestire la cosa pubblica?
Magari la verità possiamo cercarla, tra le righe e/o in parte, nella spiegazione di Google o in un altro concetto non molto distante dall’argomento, spiegato da Wichipedia. A tal proposito allego due screenshot “in pillole”, con brevi testi non ancora del tutto modificati (leggasi, censurate) dal nuovo metodo Orwelliano (1984 – romanzo distopico di George Orwell)
Buone emergenze a tutti

PS. Purtroppo per la funzione che hanno in quest’ultimo periodo in modo eclatante, un centinaio di persone, tra deputati e senatori, potrebbero starsene tranquillamente a casa.

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